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venerdì 21 settembre 2012

Ho pianto perchè tu eri in me.

Carissimi fratelli e sorelle lettori del blog,
Mi scuso per questa lunga assenza, dovuta ad incombenze e anche ad un sano distacco che è del tutto necessario.
Oggi vorrei farvi partecipi della testimonianza che un giovane amico, in ricerca vocazionale, ma anche travagliato da diversi problemi materiali della sua famiglia, mi ha voluto consegnare. E' la "fotografia" di un momento straordinario in un periodo della sua esistenza che riteneva essere arido e lontano da Dio.
"Domenica scorsa, veramente contro voglia perchè sono in un momento di rilassamento interiore, sono stato letteralmente trascinato al Santuario di (...). Siamo partiti presto al mattino, quando ancora non era giorno e siamo arrivati in questo luogo così particolare mentre un improvviso acquazzone salutava la nuova giornata che si apriva al suono delle campane. La mia testa era lontana da quel luogo, sto cercando di dipanare tanti problemi che mi stanno tenendo legato ad una vita che non è la mia e soffro tanto, perchè devo far quadrare ogni giorno, mettendo insieme tante piccole tessere che non sono io a tagliare o a colorare.
Faccio un giro solitario per quel luogo e mi imbatto in angoli, immagini, posti, profumi che mi ricordano un passato indubbiamente più spensierato, lontano anni luce dall'attualità della mia esistenza; anni in cui la gioia irrompeva nel mio cuore, colmando la mia interiorità con la bellezza di un incontro palpabile con Lui; realtà adesso così lontana.
A metà mattinata anche io vado alla S. Messa, che viene celebrata da un anziano sacerdote, con un passato indubbiamente significativo. All'apparenza burbero, al momento dell'omelia si rivela in tutta la sua dolcezza e umanità: due doti che non utilizza per farsi compiacere dai fedeli, ma per penetrare con uno sguardo dirozzato da inutili fardelli la Parola di Dio di quel giorno.
Vengo rapito da quello snodarsi di intuizioni ed esperienze portate anche alla mia piccola e povera attenzione.
La S. Messa prosegue, si offrono i doni e dentro di me nasce spontanea una frase, che ripeto anche con le labbra, in modo impercettibile: Signore, con questi doni ti offro anche le mie pene, i miei giorni e tutto quel che sento. Fai tu, prendile e rendile tue.
Quando arriva il momento della consacrazione io non sono più lì: non so dove mi trovo con la testa, ho la sensazione di essere sull'altare con il pane e il vino.
Arriva il momento della comunione e anche io mi incammino verso il ministro che distribuisce l'Eucarestia: mi inchino quando la persona davanti a me riceve il Signore e diventa Suo Tempio e poi anche io ricevo la particola.
Quando torno al mio posto mi siedo e mi raccolgo: non passano che pochi secondi e mi sento invadere da un qualcosa che smuove il cemento di questi giorni così aridi. I miei occhi non riescono a trattenere le lacrime e sento salire la commozione per un incontro che non speravo più di avvertire con questa forza.
Non ho bisogno di prove del fatto che Tu ci sei.
Ho bisogno di sentirti così e di viverti nel profondo. Ma so benissimo che anche quando non ti sento tu susciti in me forza e consolazione. Si, consolazione. Anche io ne ho bisogno e in quella occasione ho potuto avvertire la Tua mano che mi ha accarezzato e ha voluto infrangere i sigilli di una porta chiusa, apparentemente blindata a tutto.
Grazie, Signore Gesù. Il Tuo sacrificio salvifico mi ha donato ciò che gli Angeli Santi gustano in eterno e che anche io spero di possedere alla fine dei miei giorni".

Cosa dire, carissimi.
Facciamoci tutti disponibili ad accogliere il Signore nel nostro cuore e a farci vibrare al tocco delle Sue dita.

Per contattare il curatore del blog, scrivere a: clausura@hotmail.it