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domenica 27 maggio 2012


Sequenza
Vieni, Santo Spirito,
manda a noi dal cielo
un raggio della tua luce.
Veni, Sancte Spíritus,
et emítte cǽlitus
lucis tuæ rádium.
Vieni, padre dei poveri,
vieni, datore dei doni,
vieni, luce dei cuori.
Veni, pater páuperum,
veni, dator múnerum,
veni, lumen córdium.
Consolatore perfetto,
ospite dolce dell'anima,
dolcissimo sollievo.
Consolátor óptime,
dulcis hospes ánimæ,
dulce refrigérium.
Nella fatica, riposo,
nella calura, riparo,
nel pianto, conforto.
In labóre réquies,
in æstu tempéries,
in fletu solácium.
O luce beatissima,
invadi nell'intimo
il cuore dei tuoi fedeli.
O lux beatíssima,
reple cordis íntima
tuórum fidélium.
Senza la tua forza,
nulla è nell'uomo,
nulla senza colpa.
Sine tuo númine,
nihil est in hómine
nihil est innóxium.
Lava ciò che è sordido,
bagna ciò che è arido,
sana ciò che sanguina.
Lava quod est sórdidum,
riga quod est áridum,
sana quod est sáucium.

Piega ciò che è rigido,
scalda ciò che è gelido,
drizza ciò ch'è sviato.
Flecte quod est rígidum,
fove quod est frígidum,
rege quod est dévium.
Dona ai tuoi fedeli
che solo in te confidano
i tuoi santi doni.
Da tuis fidélibus,
in te confidéntibus,
sacrum septenárium.
Dona virtù e premio,
dona morte santa,
dona gioia eterna.
Da virtútis méritum,
da salútis éxitum,
da perénne gáudium.

Per contattare il curatore del blog, scrivere a: clausura@hotmail.it

Esperienze vocazionali

Sono felice nel constatare che diversi ragazzi e ragazze che seguono il blog e che mi scrivono, in questi prossimi mesi estivi faranno esperienze vocazionali in diversi monasteri maschili e femminili, approfittando della pausa lavorativa o degli studi.
Credo che questa possibilità sia un gran dono che il Signore fa a ciascuno di loro e alla Chiesa intera, che ha sempre bisogno di figli e figlie votati al dono totale di sè, come strumenti di preghiera, intercessione e offerta al Signore che continua ad incontrare la nostra umanità.
Gli Ordini monastici, quelli che hanno conservato le loro peculiarità, senza niente concedere alle mode del tempo, hanno sempre catalizzato l'attenzione di molti giovani, anche in questi nostri tempi così difficili: per entrare in queste realtà religiose, in cui è richiesto di aderire senza indugi all'appello celeste del Maestro, ci vuole una motivazione radicale. Si tratta di abbandonare tutto, di mettere un "punto" e di ricominciare a scrivere la propria vita "a quattro mani" con il Signore Buono e di darsi una nuova dimensione, crata non più da soli, sulla base di un progetto che è solo nostro, ma in Sua Compagnia, facendo riferimento a un piano che è prima di tutto il Suo.
Innanzitutto la risposta ad una vocazione come questa è un bene per l'anima che la sta vivendo. Dalla sua realizzazione e dalla sua serenità dipende anche l'azione d'intercessione che sarà capace di fare. Una luce forte riesce a illuminare "tutti quelli che stanno nella casa", anche se è una luce che nessuno vede, perchè è racchiusa in luoghi che non si possono visitare.
Come comunità cristiana dobbiamo domandarci quanto preghiamo perchè nella Chiesa di oggi il Signore faccia udire la propria voce ad anime che, generosamente, accolgano il Suo invito a lasciare tutto e a scommettere su di Lui.
Siamo consapevoli che abbiamo bisogno di preghiera, oltre che di azione?
Siamo a conoscenza del fatto che una Chiesa non sostenuta dalla donazione di anime al Signore è una comunità alla quale manca qualche giuntura?
Oggi più che mai, chi oggi intende incamminarsi sulla via della totale consacrazione, ci chiede di essere esempi e terreno fertile per far germinare il seme che, con dolcezza, il Signore ha coperto nella terra del cuore.
Chiediamo a Gesù il dono di tante sante vocazioni, di giovani, uomini e donne disposte a rinnovarsi completamente, per essere non più "del" mondo, ma segni viventi "nel" mondo.
A lode di Cristo!
Per contattare il curatore del blog, scrivere a: clausura@hotmail.it

lunedì 21 maggio 2012

Una Chiesa che celebra nella concretezza.


Il Signore ci chiama a guardare verso il Cielo.

Non lo fa genericamente a qualcuno che casualmente ascolta.
Lo fa nei confronti di noi che abbiamo scelto di seguirlo, ma che spesso siamo affascinati e rapiti da un innamoramento che ci spinge e ci comprime verso il basso.
L’Ascensione di Gesù indica il Cielo come obiettivo di tutto un percorso che siamo chiamati a vivere proprio adesso, in questi giorni che siamo vivendo qui nel mondo.
Ci sono troppi pensieri che affollano le nostre giornate? E’ probabile, ma spesso nascono da problemi originati da un eccessivo ripiegamento verso il basso.
Ci sono attrazioni che diventano fatali e che non ci consentono di battere le ali verso l’alto? E’ possibile, ma spesso nascono dall’aver assecondato anche una sola volta piccole tentazioni, che aprono vie e voragini che divorano la nostra attenzione e catalizzano i nostri sentimenti, trasformandoli spesso in pulsioni disordinate.

Il Signore ci chiama a guardare verso il cielo.
Il Suo corpo non è rimasto sulla terra, preda della decomposizione e della triste declinazione di ciò che la natura compie.
Col Suo corpo portato in alto, misticamente è stato portato lassù anche il mio, anche il tuo, caro lettore.
Ci credi? Ti fidi di Gesù? Io si.
Conosco poco del suo progetto, perché sono limitato, perché sono peccatore, ma mi fido. Grido dentro di me di voler aprire il mio cuore a questa sua azione, ma spesso sono io il primo intralcio ad ogni sua proposta.  

Il Signore ci chiama a guardare verso il cielo.
Lo chiede a noi Chiesa, assemblea e famiglia dei convocati.
Convocati a fare cosa? A trasformarci in una ulteriore grande associazione filantropica?
La mia e la tua carità verso gli altri vale a ben poco se non parto da Lui e non ritorno a Lui.
La mia e la tua carità verso gli altri vale a ben poco se ogni mio gesto di carità, anche immateriale, non parla di Lui a chi lo riceve.
La mia e la tua carità verso gli altri vale a ben poco se non mi incontro con Lui. Sarebbe solo un atto isolato o anche continuativo, buono per tamponare qualche bisogno del mondo. Ma non l’indicazione per trovare una via.

Il Signore ci chiama a guardare verso il cielo.
Ci chiede di incontrarlo dove adesso si trova. E’ vicino a noi in modo diffuso e dolcemente pervasivo, ma nella concretezza, non nell’idealità.
E’ nel fratello e nella sorella, nei piccoli, negli ultimi. E’ anche nel peccatore più incallito, per il quale ha sofferto e ha aperto la porta della salvezza.
Ma è prima di tutto in quello che Lui ha voluto che fosse il centro e l’epilogo aprente di tutto: la Sacra Liturgia, il momento alto, preparato proprio da Lui nei minimi particolari, perché divenisse non solo “bella occasione”, ma reale strumento di permanenza con noi, oltre il tempo, oltre le vicende, oltre tutto.

La Sacra Liturgia è il primo e il sublime mezzo nel quale incontriamo il Signore Buono. Non in un simbolo vuoto, limitato ad un significato magari culturale e o sentimentale.  Ma nella concretezza di un’azione celeste che si ripete, efficacemente, veramente, per me e per te. Cristo sale sulla croce, il sangue gronda, l’offerta è sempre quella, ma in quel momento – su quell’altare segno e simbolo di Lui – è lì nuovamente per me e per te che partecipiamo (e non assistiamo). L’azione celeste la scatena lui, ma con te e con me.
Ecco che la Liturgia diventa celebrazione del Mistero, nella bellezza, nella solenne sobrietà, nella gioia e nella consapevolezza che quell’incontro è Unico e Universale.
Se nella tua chiesa vi ritrovate in pochi, non ti sgomentare: Cristo compie ugualmente quel gesto Unico e Universale, perché anche in quel caso e in casi peggiori la Chiesa è lì. Lui è lì.

Il Signore ci chiama a guardare verso il cielo.
E a non trasformare questa misteriosa e stupenda esperienza di Chiesa che celebra in un banchetto dei ruoli e delle consolazioni umane; in un circo dei faccendieri e in una fiera delle abilità.
Ci chiama a collaborare alla costruzione di un Regno. Concreto anche questo. Un Regno che celebra e che quindi VIVE la sua Unica e al tempo stesso Infinita salita sulla croce, effusione di Sangue e Acqua, Pontificale che spalanca le porte verso il Totalmente Altro che racchiude in sé e che sprigiona in ogni istante.
A lode di Cristo!

Per contattare il curatore del blog, scrivere a: clausura@hotmail.it

Il Giorno del Signore. Siamo in attesa del Suo Ritorno.

Carissimi lettori del blog,
Eccomi di nuovo qui dopo un periodo di intenso ritiro, durante questo bellissimo Tempo di Pasqua, che, vissuto nela calore e nell'azione celeste della Sacra Liturgia, ci dà la dimensione della vittoria di Cristo sulla morte. Una vittoria concreta, che si riverbera prima di tutto nella nostra interiorità, bisognosa di rinascere a nuova vita.
Non possiamo pretendere che il nostro corpo risorga, se prima di tutto non risorge lo spirito; uno spirito, la nostra interiorità personale e comunitaria, che abbiamo reso essenziale nei quaranta giorni di Quaresima e che abbiamo fatto gioire su una nuova base di consapevolezza nei successivi quaranta giorni in cui Gesù l'abbiamo incontrato dopo la Resurrezione.
Abbiamo fatto lo stesso percorso dei discepoli: con loro abbiamo vissuto la gioia progressiva della Resurrezione, fino al momento in cui Gesù torna al Padre: l'Ascensione.
E' forse la festa dell'addio?
No, assolutamente.
E' la festa del Dio-con-noi, che pervade con Amore la nostra realtà, oltre le barriere del fisico, del sensibile, per essere ovunque presenza concreta. E' un tratto stupendo di cattolicità, perchè dice "Io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo". Quella fine che molti interpretano in modo errato e blasfemo, come catastrofe, morte, buio.
Qui fine significa intanto RITORNO DI CRISTO, che con la nostra preghiera speriamo ardentemente di anticipare. Significa anche CIELI NUOVI E TERRA NUOVA. Significa VITA, EQUILIBRIO, REDENZIONE.
Se la nostra preghiera non diventa concreta in questo senso, ma si piega solo su uno sterile atto per io nostro oggi o per un domani che vogliamo in un certo modo, siamo lontani dal progetto di Gesù.
Se la nostra orazione non fosse legata alla certezza del suo ritorno, siamo cristiani falsi e vuoti.
Nel "credo" diciamo: "E' salito al Cielo, siede alla destra del Padre E DI NUOVO VERRA' NELLA GLORIA, per giudicare i vivi e i morti e IL SUO REGNO NON AVRA' FINE...aspetto la resurrezione dei morti e la vita del mondo che verrà.


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