Il Signore ci chiama a guardare verso il Cielo.
Non lo fa genericamente a qualcuno che casualmente
ascolta.
Lo fa nei confronti di noi che abbiamo scelto di
seguirlo, ma che spesso siamo affascinati e rapiti da un innamoramento che ci
spinge e ci comprime verso il basso.
L’Ascensione di Gesù indica il Cielo come obiettivo di
tutto un percorso che siamo chiamati a vivere proprio adesso, in questi giorni
che siamo vivendo qui nel mondo.
Ci sono troppi pensieri che affollano le nostre giornate?
E’ probabile, ma spesso nascono da problemi originati da un eccessivo
ripiegamento verso il basso.
Ci sono attrazioni che diventano fatali e che non ci
consentono di battere le ali verso l’alto? E’ possibile, ma spesso nascono dall’aver
assecondato anche una sola volta piccole tentazioni, che aprono vie e voragini
che divorano la nostra attenzione e catalizzano i nostri sentimenti, trasformandoli
spesso in pulsioni disordinate.
Il Signore ci chiama a guardare verso il cielo.
Il Suo corpo non è rimasto sulla terra, preda della
decomposizione e della triste declinazione di ciò che la natura compie.
Col Suo corpo portato in alto, misticamente è stato
portato lassù anche il mio, anche il tuo, caro lettore.
Ci credi? Ti fidi di Gesù? Io si.
Conosco poco del suo progetto, perché sono limitato, perché
sono peccatore, ma mi fido. Grido dentro di me di voler aprire il mio cuore a
questa sua azione, ma spesso sono io il primo intralcio ad ogni sua proposta.
Il Signore ci chiama a guardare verso il cielo.
Lo chiede a noi Chiesa, assemblea e famiglia dei
convocati.
Convocati a fare cosa? A trasformarci in una ulteriore
grande associazione filantropica?
La mia e la tua carità verso gli altri vale a ben poco se
non parto da Lui e non ritorno a Lui.
La mia e la tua carità verso gli altri vale a ben poco se
ogni mio gesto di carità, anche immateriale, non parla di Lui a chi lo riceve.
La mia e la tua carità verso gli altri vale a ben poco se
non mi incontro con Lui. Sarebbe solo un atto isolato o anche continuativo,
buono per tamponare qualche bisogno del mondo. Ma non l’indicazione per trovare
una via.
Il Signore ci chiama a guardare verso il cielo.
Ci chiede di incontrarlo dove adesso si trova. E’ vicino
a noi in modo diffuso e dolcemente pervasivo, ma nella concretezza, non nell’idealità.
E’ nel fratello e nella sorella, nei piccoli, negli
ultimi. E’ anche nel peccatore più incallito, per il quale ha sofferto e ha
aperto la porta della salvezza.
Ma è prima di tutto in quello che Lui ha voluto che fosse
il centro e l’epilogo aprente di tutto: la Sacra Liturgia, il momento alto,
preparato proprio da Lui nei minimi particolari, perché divenisse non solo “bella
occasione”, ma reale strumento di permanenza con noi, oltre il tempo, oltre le
vicende, oltre tutto.
La Sacra Liturgia è il primo e il sublime mezzo nel quale
incontriamo il Signore Buono. Non in un simbolo vuoto, limitato ad un
significato magari culturale e o sentimentale.
Ma nella concretezza di un’azione celeste che si ripete, efficacemente,
veramente, per me e per te. Cristo sale sulla croce, il sangue gronda, l’offerta
è sempre quella, ma in quel momento – su quell’altare segno e simbolo di Lui –
è lì nuovamente per me e per te che partecipiamo (e non assistiamo). L’azione
celeste la scatena lui, ma con te e con me.
Ecco che la Liturgia diventa celebrazione del Mistero,
nella bellezza, nella solenne sobrietà, nella gioia e nella consapevolezza che
quell’incontro è Unico e Universale.
Se nella tua chiesa vi ritrovate in pochi, non ti
sgomentare: Cristo compie ugualmente quel gesto Unico e Universale, perché anche
in quel caso e in casi peggiori la Chiesa è lì. Lui è lì.
Il Signore ci chiama a guardare verso il cielo.
E a non trasformare questa misteriosa e stupenda
esperienza di Chiesa che celebra in un banchetto dei ruoli e delle consolazioni
umane; in un circo dei faccendieri e in una fiera delle abilità.
Ci chiama a collaborare alla costruzione di un Regno.
Concreto anche questo. Un Regno che celebra e che quindi VIVE la sua Unica e al
tempo stesso Infinita salita sulla croce, effusione di Sangue e Acqua,
Pontificale che spalanca le porte verso il Totalmente Altro che racchiude in sé
e che sprigiona in ogni istante.
A lode di Cristo!
Per contattare il curatore del blog, scrivere a: clausura@hotmail.it