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sabato 28 gennaio 2012

satana e la fine del Cristianesimo.

Il disperato tentativo di satana di eliminare il cristianesimo dalla faccia della terra è evidente e soltanto un occhio e un cuore disattento può non vedere questa azione palese, che comunque si scontra con la promessa inalienabile di Gesù a Pietro: "...le porte degli inferi non prevarranno contro di Essa", riferendosi alla Chiesa fondata su quella roccia. Tutto questo nonostante le gravi mancanze di noi Chiesa, di noi Battezzati, di noi sacerdoti, di noi segnati con il sigillo dello Spirito Santo.
Il nemico storico, il grande falsario, satana, che esiste e non possiamo negarlo, agisce comunque in modo subdolo; non su evidenti palcoscenici, con atti eclatanti, ma in modo ancora più devastante, nella mentalità comune, anche degli uomini e delle donne di Chiesa, cercando di far passare per normale ciò che non è;  e di far passare per anormale, datato, anacronistico ciò che invece E' patrimonio di fede inalienabile, senza il quale non potremmo mai più dirci cristiani.
Questo clima, al quale è bene iniziare a ribellarsi con le armi della preghiera, del digiuno, della S. Eucarestia e della frequente Confessione Sacramentale, origina lassismo, apatia, tanto disinteresse per le cose di Dio, del Sacro Culto, delle Scritture Sacre e della Tradizione.
Voglio fare qualche esempio, secondo il mio stile spesso pungente. E chiedo scusa fin da ora se qualcuno si sentirà toccato o offeso dalle mie considerazioni. Assicuro che prima di scrivere questa mia riflessione c'ho pregato su, chiedendo al Signore di darmi parole che possano aiutare e non ferire.
1- Oggi i sacerdoti hanno quasi abbandonato del tutto l'abito talare e stanno progressivamente abbandonando ogni altro segno che li distingua, non come importanza, ma per la loro consacrazione particolare e il loro ministero. Molti di loro dicono che così "sono più vicini alla gente"; ma non sanno che la loro vicinanza con la gente aumenta quanto più si evidenzia il carattere proprio del sacerdote, del religioso, anche con la veste. Essa è segno di TOTALE APPARTENENZA A CRISTO, che invia i suoi operai per guidare, SANTIFICARE, istruire nelle verità della fede. Ma tutto questo viene visto come datato, IMBARAZZANTE, senza senso. E le chiese si svuotano, perchè il senso i primi a non trovarlo più sono i fedeli stessi. Essi, se vogliono trovare un amico come loro, lo possono trovare ovunque; se vogliono il Sacerdote intendono percepirlo anche attraverso i segni esterni, che parlano della sua vocazione e del suo permanente "si" al Signore. Invece abbiamo molti preti simil-laici, concepiti come "uno di noi", quando tutta la loro persona è di Dio ed è trasformata in virtù della Santa Ordinazione.
2- Oggi, partecipando anche con sincera devozione a molte Celebrazioni Eucaristiche, assistiamo ad una creatività che tende a trasformarle in momenti di aggregazione, spettacolo e vere e proprie carnevalate, lontane anni luce dal linguaggio di santità, celeste Grazia e mistico abbandono al Signore che dovrebbero infondere nel cuore dei fedeli. Si dice che una partecipazione creativa della gente e di molti gruppi "anarchicamente organizzati" di giovani coinvolga di più. Molto probabile. Ma rende quel momento ciò che non è. Come non ricordare che la S. Messa feriale o festiva che sia è la riproposizione viva, vera, attuale, efficace dell'UNICO SACRIFICIO IN CROCE DI CRISTO, anticipo della nostra resurrezione, celebrazione del mistero che ha scardinato tutte le piccole certezze del mondo: "Quel Gesù che voi avete crocifisso, Dio lo ha resuscitato". Si urla di tutto in chiesa, non si urla più LA verità di fede che fonda la nostra Religione. E usciamo di chiesa con lo stesso umone di quando siamo entrati, perchè quel clima spesso disordinato, da circolo sociale, da sala concerto, da comizio personalistico non ci ha aiutato a sentire nel nostro cuore Gesù che è materialmente entrato in noi attraverso la Santa Eucarestia.
3- Le omelie. Spesso sono distaccate, fredde, senza la passione che prima di tutto mi parla della testimonianza di chi la dice. Del prete che celebra e crede a quel che dice. Omelie dove si parla di se, di politica, di economia, di improbabili iniziative che "dovrebbero" far sentire il profumo di Cristo nelle comunità... e non parlano di Lui, di Gesù, Vangelo annunziato agli uomini; principio di ogni attività, termine di paragone di ogni gesto pastorale.
4- Il tema della venuta di Cristo e della Resurrezione. Mi piacerebbe domandare a ciascuno di voi se ne sentite mai parlare. Lo sapete che Gesù ritornerà, quando nella Sua Bontà avrà stabilito? Lo sapete che il Suo ritorno è sospeso sull'orizzonte della nostra storia, quella storia che vogliamo dominare, dirigere, cambiare!!!!!!!!!! Quanto siamo stupidamente roboanti! Lo sapete che anche ciascuno di noi è lanciato verso la RESURREZIONE DAI MORTI? E che proprio a quella ci prepariamo ora, attraverso la preghiera, l'istruzione cristiana, i sacramenti? Lo sapete che non ci prepariamo - come Chiesa - ad essere un'ennesima organizzazione sociale o culturale? Benvengano le tante benemerite attività di solidarietà, inculturazione, aggregazione. Ma non servono a niente e a nessuno se non profumano di Cristo, di attesa del Suo ritorno, della mia e vostra Resurrezione, di consapevolezza del Giudizio. Questi temi, noi sacerdoti, li abbiamo chiusi accuratamente negli scaffali dove conserviamo i nostri libri; perchè non vanno di moda, perchè farebbero sorridere. Ne siete convinti, cari preti, cari vescovi? Oppure la gente diserta le nostre celebrazioni perchè non trova quel che è necessario alla personale e comunitaria conversione permanente?
5- Convegni, gruppi di studio, quintali di carta, inchiostro, di tutto di più. Parlami di Cristo, santo sacerdote. Parlami di Maria che per prima ha detto "si", parlami dei Santi Patriarchi, che anticiparono la venuta del Messia, dei Profeti che lo annunziarono. Parlami dei Santi di ieri e di oggi, che lo hanno testimoniato, spesso fino al sangue...
Cari cristiani, apriamo gli occhi e preghiamo prima di tutto per la Chiesa, per chi la guida, per i nostri pastori. Preghiamo per il nostro Santo Padre che con ammirabile coraggio ha rimesso al centro molte delle esigenze di un cristianesimo veramente vissuto. E preghiamo perchè i nuovi sacerdoti, frati, monaci e suore siano all'altezza della loro personale chiamata. Chiamati ad essere mani, piedi, occhi, bocca e orecchi di Gesù. Anche quando si tratta di andare controcorrente, di essere derisi, di essere guardati con sospetto.
A lode di Cristo!
Per contattare il curatore del blog, scrivere a: clausura@hotmail.it