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domenica 31 luglio 2011

Non di solo pane...

La celebrazione eucaristica di stamani è stata l'occasione per sottolineare due idee fondamentali:
nessuno può separarci dall'Amore di Cristo, nemmeno la persecuzione, la spada, tutti i travagli che producono i grandi mali del nostro tempo: l'ansia e l'insicurezza.
L'altra idea è che il pane offerto da Cristo alle folle è frutto del suo immenso Amore. Amare significa MOLTIPLICARE IL POCO, per renderlo molto, adatto alla situazione.
Gesù chiede a ciascuno di noi di mettere ai suoi piedi il poco che abbiamo (i pochi pani, i pochi pesci).
Questa "offerta" della nostra vita diventa il lievito che fa fermentare molta pasta.
Dal nostro poco Gesù sa tirare fuori il molto. Il molto di Gesù è per la salvezza di tutti, e ci rimanda al Mistero-realtà dell'Eucarestia.
Se veramente comprendessimo anche un centesimo di quello che avviene su quell'altare, quando celebriamo l'Eucarestia, non vorremmo mai più allontanarci dalle nostre chiese e "costringeremo" i nostri sacerdoti a celebrare continuamente con noi, per noi!
Grazie, Signore Gesù, per la tua Bontà Infinita!

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sabato 30 luglio 2011

I giovani non hanno bisogno...

I giovani non hanno bisogno di scimmiottare e seguire con ossessione le mode anche nel campo religioso.
Non hanno bisogno di un ulteriore luogo e peggio ancora di un luogo dove il Mistero di Dio è solo il "marchio di fabbrica", ma non il motivo, lo scopo, la mèta finale.
Non hanno bisogno di un'altra voce tra le tante.

I giovanni hanno bisogno del Pane Spezzato, della Parola Nuova, di percepire la Salvezza come Fatto, di costruirsi non solo per la vita futura nel mondo, ma per quella che travalica il tempo, la piccola storia degli uomini, per entrare nella Storia di Dio.
Hanno bisogno di sentir parlare di Dio, della Vergine Santa, di Gesù U N I C O Salvatore del mondo; di percepire nel Mistero e nella Sacralità dei gesti, delle parole, della preghiera la Presenza del Dio Trinità, che vive e regna nei secoli dei secoli!
Amen!
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mercoledì 27 luglio 2011

Silenzio. C'è Gesù Eucarestia.

Una cara lettrice di questo blog, in una sua lettera, mi ha posto due domande, che ben si abbinano con il carattere eremitico e monastico della nostra vita.
Lei è molto rammaricata quando, durante la S. Messa, in due momenti precisi (Consacrazione e S. Comunione) manca il silenzio e il rispetto necessario per farsi rapire totalmente dalla Presenza Reale del Signore.
Infatti, anche io ricordo che, quando frequentavo la mia parrocchia in Città, durante la consacrazione c'era l'uso di suonare l'organo come "sottofondo" e durante la comunione canti e nessun momento di silenzio per sentire la presenza del Signore che interpella le profondità di tutto il nostro essere.
Il Silenzio e il raccoglimento sono connaturali con questi due momenti della nostra Eucarestia.
Innanzitutto: l'Eucarestia non è un momento come tutti gli altri, una cosa che facciamo come facciamo qualsiasi altra azione della nostra giornata. E' il centro è "lo straordinario, il solenne nell'ordinario". E' il Signore che viene e che, nel memoriale (qui ed ora, non un ricordo) partecipa la Sua Vita e il Suo Sacrificio alla nostra piccolezza.
Al momento della Consacrazione gli occhi guardano l'Ostia e il Calice, il Corpo e il Sangue del nostro UNICO SIGNORE. Guardano con spirito di adorazione, fanno propria quella realtà di Presenza e Salvezza.
Il Silenzio è d'obbligo, perchè la mente non scappi da questa realtà e perchè il Signore sia presente, unico protagonista di questo momento così intenso.
Lo stesso si dica per la S. Comunione. Il canto, quando è fatto bene e quando non è un modo per "riempire" uno spazio con improbabili esecuzioni, degne si altri luoghi, ma non di una chiesa, può accompagnare la preghiera e non distrare. Se l'esecuzione dev'essere fatta al di fuori del meditativo, usando mezzi o modalità che contrastano sia con le norme liturgiche che con il carattere SACRALE di questo momento...molto meglio il silenzio. Dopo di che è necessaria una breve pausa per protrarre personalmente il dialogo di ringraziamento e lode al Signore, che è sceso nei nostri cuori.
A volte si sentono "sgranare" certe schitarrate che sono ottime per un'aggregazione giovanile, anche religiosa (ma esterna a questi momenti) che veramente ti fanno pensare a tutto, tranne che al Mistero che si sta celebrando. Molti oppongono a questo ragionamento che se non consentiamo le chitarre e le bizzarrie di alcuni cori (e parroci) i giovani non vengono a Messa. Bene. Allora per farli venire a Messa, insegnamo loro che quel luogo e quell'azione possono essere confusi con qualsiasi altro e che l'estro prevale sul buonsenso e sul carattere specifico di quella celebrazione.
La verità è che non si ha voglia di educare, insegnare. Si ha solo paura.
Preghiamo per tutto questo e cerchiamo di rendere al Silenzio il posto che gli spetta. Di diritto.
Sia lode al Signore!



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domenica 24 luglio 2011

Il Signore ha dato segni

I giorni di questa estate scorrono sereni qui all'eremo. Approfittiamo delle belle giornate per preparare le cose necessarie a trascorrere il lungo inverno, per gran parte dei mesi accompagnato da tanta neve e freddo: spacchiamo la legna, prepariamo le conserve, secchiamo la frutta, predisponiamo quanto necessario a seccare le castagne e via dicendo...
Il Signore ci è vicino in tutto questo e la Provvidenza è il miglior sostegno che si possa desiderare. Basta credere e affidarsi.
Ma oggi il Signore si è fatto sentire in modo meraviglioso e ha voluto dare ancora una volta prova della Sua Presenza e del Suo intervento. Mi hanno scritto un ragazzo e una ragazza.
Il ragazzo, col quale sono in contatto da tempo, avanza in un percorso di conoscenza e chiarificazione vocazionale, ma sente forte il richiamo del Signore a seguirlo in una via di particolare separazione e consacrazione, per essere tutto suo.
La ragazza attende un "via" per poter iniziare la Sua Vita da consacrata, affidando al Silenzio e alla Solitudine la custodia dell'incontro con Gesù Buono.
Molti, nel mondo, ma anche tra i cristiani, non capiscono questo stile di vita, non rientra nelle cose "normali". Mi domandano a cosa serva, a chi è utile, quale finalità abbia.
A tutti loro dobbiamo rispondere con gioia ma anche con certezza che il monaco, l'eremita, il solitario, il consacrato offre la sua vita per tutti; prega per coloro che non pregano, prega con coloro che pregano, "lega" Dio alla storia in una incessante preghiera e in essa attende - a beneficio di tutti - e anticipa (in qualche modo) l'avvento del Signore.
Lo fa di giorno, lo fa nel cuore della notte; lo fa col lavoro delle sue mani e lo fa allontanando da se tutto ciò che non serve e che falsa l'immagine dell'Uomo, l'immagine di Dio.
Riscopre e si alimenta a quella Bontà Immensa, la riversa su tutta l'umanità nella preghiera, fatta col cuore, nel cuore ... del cuore.
Rende la scelta di Gesù una scelta totale PER Gesù, volendo essere ANONIMAMENTE e silenziosamente uno stimolo, un perchè, un dubbio positivo che si insinua tra le pieghe delle troppe certezze di questo mondo, ormai irreale, perchè pretende di essere più realista della realtà.
Sia lode a Dio!

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giovedì 21 luglio 2011

Abbi il coraggio. Rispondi di si al Maestro.

Sono rimasto profondamente colpito dalla mail di un lettore del blog, profondamente sollecitato da una chiara vocazione alla vita religiosa da tanto tempo, provata e riprovata con tante esperienze e prove della vita, ma che non riesce a dire la verità ad alcune persone che stanno accanto a lui e che vivono con lui un rapporto di vita, che ormai è divenuto teso e parziale, in quanto la sua umanità si trova compressa tra la bellezza di un desiderio/chiamata da realizzare e la realtà della mancanza di coraggio.
A questo ragazzo voglio dire che il Signore ci chiama alla chiarezza, al parlare senza equivoci, perchè ciò che facciamo in più non è assolutamente opera nostra.
A lui voglio dire di imprimere dentro di sè il volto di Gesù Misericordioso, Pastore Grande del suo gregge. Quel volto e il Suo Santo Nome gli daranno la forza di alzarsi e di tornare ad una posizione consona con quello che dentro sente. Non è importante autoconsolarsi continuamente, dicendo che "domani sarà un altro giorno", perchè questa falsità è opera del demonio, che tende a farci proseguire nell'inerzia le nostre giornate, affinchè non costruiamo niente, niente operiamo, niente gustiamo della bellezza del nostro "si" al Signore.
Fai come nella Parabola del Padre Buono: "Mi alzerò e tornerò da mio padre". Torna anche tu alla sorgente della tua chiamata e vivi la bellezza di questo DONO, anche se nella difficoltà iniziale del distacco e della scelta coraggiosa.
Il tuo cuore non ti appartiene più: è di Gesù, che lo vuole per renderlo perennemente giovane, entusiasta, per cullarlo tra le Sue Sante Mani.
Prego e preghiamo tutti per te.

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domenica 17 luglio 2011

La veglia notturna di questa notte.

Questa sera, come ogni sera dell'anno, andrò in chiesa per la veglia notturna, attorno alla mezzanotte.
Noi monaci e in particolare noi eremiti attendiamo nella notte la venuta del Signore, il compimento della Sua promessa.
Lo attendiamo nella preghiera, nell'adorazione, nella lode e nella lettura attenta della Sua Parola.
La notte avvolge la nostra preghiera nella sua intimità e le nostre menti sono portate ad una maggiore polarizzazione sulle parole, che vengono cantate o lette, o custodite all'interno del nostro cuore negli spazi di silenzio.
Attendiamo e preghiamo. Si compie un altro prodigio, un miracolo quotidiano operato dal Signore stesso: la nostra attesa e la nostra preghiera si unisce alla tanta, troppa indifferenza del mondo.
C'è l'indifferenza di chi è andato a dormire dopo non essersi riconciliato col suo prossimo, chi fa dello "sballo" il metro e il motivo del suo vivere; c'è l'indifferenza di chi non mette nel conto Dio e vive da errabondo nel mondo, disgraziato eremita, inquilino di un eremo dove l'assenza del pensiero di Gesù crea tristezza e grigiore.
C'è l'indifferenza di chi vive tutto con la superficialità che l'attuale modo di vivere quasi impone, per ovattarci in un paradiso artificiale, fatto ad arte per non farci mai decidere, mai prendere posizione, mai spiccare il volo, mai scommettere su noi stessi, meno ancora sul Signore Gesù Buono.
Ci sono tante indifferenze. Noi uniamo la nostra preghiera a queste indifferenze, ma non solo ad esse. Anche al dolore, ai tanti dolori. Ma anche alle gioie, alle tante gioie, alle tante preghiere che si fanno anche nel mondo. Perchè lo Spirito soffia dove vuole.
Passa da qui, da questo eremo, soffia nelle città, in un casolare di campagna e tutti ci unisce in un unico abbraccio.
A tutti voi è dedicato il pensiero ed è offerta la preghiera di questa notte.

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giovedì 14 luglio 2011

Pregare perchè la Chiesa svolga la sua missione

Carissimi fratelli e sorelle,
Il mio ultimo post ha suscitato una notevole discussione e mi sono arrivate molte mail, per le quali ringrazio davvero di cuore: sono il sintomo che il bene per la Chiesa e per l'evangelizzazione permanente è vivo e vegeto. Così come sono molte le insidie dalle quali è necessario guardarsi.
Dobbiamo pregare tutti, in modo insistente e spiritualmente uniti perchè il Vangelo, la Parola di Dio sia la prima lampada che muove di passi di tutti i cristiani e prima di tutto di coloro che si consacrano in modo speciale per la costruzione del Regno di Dio.
Pregare perchè a questa Parola di Vita non venga tolto lo spirito di ciò che vuol dire, le chiare esigenze che il Signore pone di fronte all'attenzione di chi vuole seguirlo sulla via della perfezione e della santità.
Pregare perchè i nostri pastori tornino a parlare di RESURREZIONE, preghiera incessante, Paradiso, Purgatorio, della possibilità dell'inferno, della perdizione eterna già in questa vita. Pregare perchè le Parrocchie siano luoghi di preghiera, di ricerca, di santità e non solo centri di aggregazione (ce ne sono già in abbondanza e la loro funzione non è questa). Pregare perchè non si neghi rovinosamente l'esistenza del maligno, del falsario, che opera proprio nel rilassamento e nei costumi simil laicali di tanti consacrati a Dio.
Dalle loro mani deve nascere la benedizione, dalle loro bocche l'insegnamento, dal loro cuore il desiderio di santificare il gregge, memori che il Signore ha detto:  " In verità vi dico: ogni volta che non avete fatto queste cose a uno di questi miei fratelli più piccoli, non l'avete fatto a me. E se ne andranno, questi al supplizio eterno, e i giusti alla vita eterna."
Testimonianza, santità, preghiera di lode e di adorazione. Per questo dobbiamo impegnarci e pregare.


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mercoledì 13 luglio 2011

Ricercare il posto giusto per la propria vocazione.

Mi scuso con tutti coloro che mi hanno chiesto come mai in questi giorni non ho aggiornato il blog, ma all'eremo ci sono stati gli esercizi spirituali e quindi ogni altra attività ha lasciato il posto ad una maggiore attenzione alle cose di lassù.
Il periodo restante dell'estate lo dedichiamo a pregare e a dare qualche parola di orientamento sulla vocazione personale: molti mi scrivono, disillusi per esperienze vocazionali in Ordini o Istituti religiosi dove c'è molto molto rilassamento e dove la vita di devozione, preghiera intensa e silenzio non esistono più.
In questi Ordini, solitamente scarseggiano coloro che vogliono fare un'esperienza, i noviziati si chiudono e le varie case si svuotano e vengono destinate ad altro. Mentre invece i monasteri, gli eremi, gli Ordini e gli Istituti dove l'osservanza del Vangelo, della Regola propria e dell'insegnamento della Santa Chiesa sono integri e fervorosi, hanno molte vocazioni, tanti giovani che vogliono provare, sostare, ricercare.
Chiediamoci il perchè  e preghiamo perchè ciascuno possa fare la scelta migliore.
Per ogni suggerimento o indicazione, potete scrivere all'indirizzo riportato qui nel blog.
Con ogni benedizione celeste.

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venerdì 8 luglio 2011

Un ringraziamento e un invito.

Oggi vorrei ringraziare tutti coloro che mi scrivono, che mi raccontano la loro esperienza spirituale e che chiedono preghiere per se e per i loro cari.
Con loro voglio ringraziare il Signore Buono per il dono di tanti fratelli e sorelle che si sentono attratti dalla forza della preghiera e dal desiderio di servire Gesù nella vita consacrata.
A tutti loro rivolgo l'invito a sentirsi uniti al Sacrificio Redentivo del Signore e ad attendere con le lampade accese il Suo ritorno, nella preghiera e nella vigilanza continua; tenendo i fianchi cinti, i calzari ai piedi e il bastone in mano.

Mi voglio rivolgere anche ai giovani che sono in ricerca e che vogliono fare esperienze di tipo vocazionale: approfittate del periodo estivo per soggiornare in qualche convento/monastero/eremo/istituto in cui si osservi con fervore la regola propria e il Santo Vangelo. Ne tornerete sicuramente edificati e rasserenati, con le idee più chiare sulla vostra vita e con un angolo di paradiso iscritto nel cuore.
Ricordate che per dedicarsi al servizio del Signore non ci sono età, nè condizioni.
Affido tutti all'Amore materno di Maria, Regina del Cielo e della terra.

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martedì 5 luglio 2011

Gesù deve stare sulla barca

"...Allora disse loro: "Gettate la rete dalla parte destra e troverete". (GV 21, 6)

Si, questo brano del capitolo 21 del Vangelo di Giovanni (uno dei suoi epiloghi) ci vuole indicare ancora una volta che quando il Signore non è presente sulla barca o vicino alla barca (simbolo della comunità, della Sua Chiesa), la pesca è scarsa o assente, i frutti non si vedono, la fatica è stata inutile e produce frustrazione e tristezza.
Quando sulla barca è presente il Signore e si gettano le reti seguendo le Sue indicazioni, la pesca è abbondante, ci vuole tanto lavoro per trascinare le reti stracolme a riva, ma la soddisfazione e la gioia sono enormi.
Quando sulla barca si seguono le velleità, si seguono rotte improbabili, si gettano le reti confidando in una creatività fin troppo azzardata e il Signore non rientra nel conto (il Signore e le Sue esigenze nei nostri confronti), non accande niente o niente di significativo che possa darci gioia o farci assaporare il gusto dell'Eterno, del Mistero, della Santità, della Sacralità.
E a chi vuole fare a meno di questa idea del Sacro, del Santo, dell'Eterno, della Resurrezione, del Domani con Lui e in Lui, chiediamo di rileggersi questo epilogo giovanneo.
Sulla barca della comunità, delle nostre comunità particolari, della nostra comunità anche individuale deve esserci sempre in Signore. Lui detta la rotta, lui indica dove pescare, dove attraccare, quando sostare e quando operare.


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