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lunedì 5 marzo 2012

Postilla sul digiuno

Per noi monaci il digiuno è una costante che accompagna diversi momenti durante tutto l'anno. Digiuniamo a pane e acqua ogni venerdì e, durante la Quaresima, anche il mercoledì. Negli altri giorni ci accontentiamo di un pasto abbondante intorno alle 11, ma alla sera, dopo i vespri, consumiamo una cena veramente frugale.
L'eventuale pesantezza del corpo non deve essere un impedimento all'abbraccio mistico con il Signore Buono.
D'altra parte il corpo non può dettare esigenze che impediscano di mettere al primo posto il colloquio e l'amicizia intima con Gesù, Maria Santissima, gli Angeli e i Santi.
Molti mi scrivono chiedendo una parola chiara sul significato del digiuno.
Molti digiunano ma non sanno perchè.
Il digiuno ha valore nella misura in cui Gesù lo ha circoscritto: non si digiuna con il viso rattristato, mostrando segni esteriori di sofferenza, incentivando lamentele e visibili lacerazioni interiori.
Si digiuna col sorriso sulle labbra, perchè siamo consapevoli che quella privazione è una grande opportunità. Dio non ha bisogno del nostro digiuno perchè gli manchi qualcosa o perchè si senta soddisfatto e dissetato dalla nostra personale piccola sofferenza.
Noi abbiamo biosogno del digiuno del corpo e Dio ci offre la possibilità di farlo per ritrovare equilibrio con Lui.
Proprio così. La nostra voracità materiale, i gesti che ci portano a "ingurgitare" tutto quello che ci va, non sono altro che il segno e l'espressione più radicata della nostra volontà di impossessarci di tutto. Il cibo è sostentamento, non siamo noi a dovergli correre dietro. Il corpo ha bisogno del cibo, ma il cibo non è il dio del corpo.
Il digiuno riequilibria queste due posizioni, rimettendo ordine tra il "noi-materia" (soma), il "noi-anima" (pneuma) e il "noi-psichè" (intelletto umano). Un ordine che dovrebbe portarci, gradualmente, ad elevare la nostra mente verso Dio, il nostro cuore a distaccarsi dalle piccole preoccupazioni materiali e la nostra coscienza a considerare attentamente il nostro stato di vita.
Il digiuno e la penitenza (quindi anche il digiuno di altre nostre tendenze) sono "il tempo favorevole" non per placare una divinità che tiene i conti dei nostri gesti; ma per riportarci nell'alveo della nostra vera natura umano/divina, in quanto originata da Dio, in quanto fatti a Sua immagine e somiglianza.
Digiunare e fare penitenza sgombra il campo da ciò che non serve.
Per questo Gesù dice con chiarezza che il digiuno degli ipocriti non serve.
Per questo Gesù chiede di accompagnare la penitenza e il digiuno con la gioia di chi sa che sta costruendo dentro di se il Regno ormai iniziato: "Il tempo è compiuto...".
Sforziamoci, fratelli e sorelle, di praticare la giustizia prima di tutto in noi e utilizziamo per questo le armi vittoriose della luce.
A lode di Cristo!
Per contattare il curatore del blog, scrivere a: clausura@hotmail.it