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lunedì 21 maggio 2012

Una Chiesa che celebra nella concretezza.


Il Signore ci chiama a guardare verso il Cielo.

Non lo fa genericamente a qualcuno che casualmente ascolta.
Lo fa nei confronti di noi che abbiamo scelto di seguirlo, ma che spesso siamo affascinati e rapiti da un innamoramento che ci spinge e ci comprime verso il basso.
L’Ascensione di Gesù indica il Cielo come obiettivo di tutto un percorso che siamo chiamati a vivere proprio adesso, in questi giorni che siamo vivendo qui nel mondo.
Ci sono troppi pensieri che affollano le nostre giornate? E’ probabile, ma spesso nascono da problemi originati da un eccessivo ripiegamento verso il basso.
Ci sono attrazioni che diventano fatali e che non ci consentono di battere le ali verso l’alto? E’ possibile, ma spesso nascono dall’aver assecondato anche una sola volta piccole tentazioni, che aprono vie e voragini che divorano la nostra attenzione e catalizzano i nostri sentimenti, trasformandoli spesso in pulsioni disordinate.

Il Signore ci chiama a guardare verso il cielo.
Il Suo corpo non è rimasto sulla terra, preda della decomposizione e della triste declinazione di ciò che la natura compie.
Col Suo corpo portato in alto, misticamente è stato portato lassù anche il mio, anche il tuo, caro lettore.
Ci credi? Ti fidi di Gesù? Io si.
Conosco poco del suo progetto, perché sono limitato, perché sono peccatore, ma mi fido. Grido dentro di me di voler aprire il mio cuore a questa sua azione, ma spesso sono io il primo intralcio ad ogni sua proposta.  

Il Signore ci chiama a guardare verso il cielo.
Lo chiede a noi Chiesa, assemblea e famiglia dei convocati.
Convocati a fare cosa? A trasformarci in una ulteriore grande associazione filantropica?
La mia e la tua carità verso gli altri vale a ben poco se non parto da Lui e non ritorno a Lui.
La mia e la tua carità verso gli altri vale a ben poco se ogni mio gesto di carità, anche immateriale, non parla di Lui a chi lo riceve.
La mia e la tua carità verso gli altri vale a ben poco se non mi incontro con Lui. Sarebbe solo un atto isolato o anche continuativo, buono per tamponare qualche bisogno del mondo. Ma non l’indicazione per trovare una via.

Il Signore ci chiama a guardare verso il cielo.
Ci chiede di incontrarlo dove adesso si trova. E’ vicino a noi in modo diffuso e dolcemente pervasivo, ma nella concretezza, non nell’idealità.
E’ nel fratello e nella sorella, nei piccoli, negli ultimi. E’ anche nel peccatore più incallito, per il quale ha sofferto e ha aperto la porta della salvezza.
Ma è prima di tutto in quello che Lui ha voluto che fosse il centro e l’epilogo aprente di tutto: la Sacra Liturgia, il momento alto, preparato proprio da Lui nei minimi particolari, perché divenisse non solo “bella occasione”, ma reale strumento di permanenza con noi, oltre il tempo, oltre le vicende, oltre tutto.

La Sacra Liturgia è il primo e il sublime mezzo nel quale incontriamo il Signore Buono. Non in un simbolo vuoto, limitato ad un significato magari culturale e o sentimentale.  Ma nella concretezza di un’azione celeste che si ripete, efficacemente, veramente, per me e per te. Cristo sale sulla croce, il sangue gronda, l’offerta è sempre quella, ma in quel momento – su quell’altare segno e simbolo di Lui – è lì nuovamente per me e per te che partecipiamo (e non assistiamo). L’azione celeste la scatena lui, ma con te e con me.
Ecco che la Liturgia diventa celebrazione del Mistero, nella bellezza, nella solenne sobrietà, nella gioia e nella consapevolezza che quell’incontro è Unico e Universale.
Se nella tua chiesa vi ritrovate in pochi, non ti sgomentare: Cristo compie ugualmente quel gesto Unico e Universale, perché anche in quel caso e in casi peggiori la Chiesa è lì. Lui è lì.

Il Signore ci chiama a guardare verso il cielo.
E a non trasformare questa misteriosa e stupenda esperienza di Chiesa che celebra in un banchetto dei ruoli e delle consolazioni umane; in un circo dei faccendieri e in una fiera delle abilità.
Ci chiama a collaborare alla costruzione di un Regno. Concreto anche questo. Un Regno che celebra e che quindi VIVE la sua Unica e al tempo stesso Infinita salita sulla croce, effusione di Sangue e Acqua, Pontificale che spalanca le porte verso il Totalmente Altro che racchiude in sé e che sprigiona in ogni istante.
A lode di Cristo!

Per contattare il curatore del blog, scrivere a: clausura@hotmail.it