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venerdì 28 dicembre 2012

Bambino, dove sei nato?

La nascita del Verbo di Dio ci costringe dolcemente a una revisione seria della nostra vita di cristiani.
Quanto più diciamo e intendiamo celebrare nella fede questo evento che riguarda anche la storia, tanto più siamo responsabili di una concreta conversione dei nostri costumi e del nostro agire in nome di una fede che non è una tessera politica, ma una pelle e una carne che investono in modo totale tutta la nostra persona.
E noi sappiamo il valore non ipotetico che ha la persona.
Se Dio si incarna nel ventre di una Donna e nasce nella mia storia, interpella anche me affinchè prima di tutto la mia esistenza personale si faccia portatrice di questa novità assoluta. Si, novità assoluta perchè questa "visita permanente" nel mio essere qui ed ora non mi chiede niente in cambio, è gratuita, frutto anche del "si" totale della Vergine.
A me viene chiesto di aprire la porta, cenare (dialogare in modo intimo, nella mia "casa") con Lui e fare di questa presenza l'unico vero tesoro che ho. Il resto? Il "fare"? L'organizzare? L'esserci a tutti i costi? L'apparire sempre efficiente?... Se tutto questo diventa il primo pensiero, il primo obiettivo, il primo atto di ogni mia giornata... allora no, Cristo non è ancora nato nella consapevolezza della mia crescita spirituale.
Sono ancora una mangiatoia vuota, piena di tanto fieno, di potenziale protezione e cibo, ma non destinati al Mio Signore, bensì alle bestie che di volta in volta intendono acquietare il loro brutale istinto di fame.
Essere preda di questi istinti, dover rispondere sempre e comunque a ciò che gli altri si aspettano, è la forma di costrizione psicologica più lobotomizzante e deprimente che possa esistere. E' meglio lo scontro frontale, soprattutto con se stessi, piuttosto che sentirsi perennemente in dovere di essere/esserci.
A chi giova un cristiano, un monaco, un prete così? Certo non alla costruzione del Regno di Dio, che ha bisogno di uomini e donne che riflettano Cristo. Ma ci crediamo davvero in Lui? O è solo il pretesto per essere/esserci? Se ci crediamo sono le nostre voci, occhi, atteggiamenti, mani... che lo rendono palese. Sarà la nostra preghiera a concretizzare nella Storia che ha visistato la Sua Mano Santificante. Sarà una Liturgia devota e vissuta nella carne, nella mente, nello spirito a renderLo PRESENTE, VIVO E VERO.
Ecco la nascita del Redentore.
Al Bambino dobbiamo assegnare questa forza propulsiva, altrimenti, vi assicuro, non serve a niente festeggiare questi giorni di grande giubilo. Rimane il giubilo degli attaccati al calendario, non al tempo che corre verso il suo Fine (non "la sua fine").
Bisogna convincersi che qui ci siamo per realizzare il Progetto di Dio, il Suo Mistero, non il nostro. Ecco perchè spesso siamo anche violentemente abbarbicati alle nostre strutture, idee, progetti e chi più ne ha più ne metta... umiliando il nostro spirito che chiede preghiera, preghiera, preghiera, coabitazione intima con Lui, almeno qualche misero minuto al giorno.
Non ci lasciamo trasportare da questo atteggiamento demoniaco e gettiamo ogni intenzione in Gesù, che saprà come rendere vane le azioni inutili e fecondi i progetti che aderiscono alla Sua Santa Volontà.
Buon Tempo di Natale a tutti.
Pax

Per contattare il curatore del blog, scrivere a: clausura@hotmail.it