Visualizzazioni totali

venerdì 16 dicembre 2011

Al di là delle forme, la sostanza. Ecco la Novena di Natale

Ieri, 15 dicembre, anche qui all'eremo è iniziata la Novena di Natale, fatta secondo uno schema ormai consolidato da una santa tradizione, che alterna l'adorazione di Gesù Eucarestia alle laudi, alla Parola di Dio, alla meditazione del mistero del Dio fatto uomo, veniente nella Liturgia, atteso per la fine dei tempi, nella Sua Bontà infinita.
Ricordo, quando ero ancora nel mondo, di essere stato tante volte coi miei nonni e anche con i miei genitori alla Novena di Natale; c'era un calore stupendo, corroborato dal desiderio di attendere la nascita di Gesù; ricordo il sacerdote che cantava le "profezie", una al giorno. Era un modo per ritmare il tempo e farci arrivare su un tappeto celestiale alla grotta di Betlemme.
Qui all'eremo il silenzio e la cornice della foresta fanno da sfondo naturale a questa attesa santa. Ogni parola, ogni preghiera, ogni gesto rende lode a quel Dio Misericordioso che ha voluto visitare la nostra storia di uomini, piccoli e limitati, ma pur sempre Sue creature, con dentro la divina scintilla del suo spirito: quell'alito che è la nostra somiglianza con il Signore.
Cosa cerchiamo in questi giorni di attesa? Cosa ci manca per vivere con consapevolezza questo nuovo Natale? Possono le preoccupazioni personali o comunitarie offuscare la bellezza di un tempo luminoso e carico di aspettative? O siamo noi che carichiamo il Natale di significati che non ha?
Immagino che nelle città e nei paesi sia una festa di luci e di addobbi. E ben venga questa cosa: non è assolutamente spreco. Tutto questo bellissimo folklore e tutta questa festa di luci ci scuote da un torpore che sempre di più si insinua e devasta il nostro animo. Anche noi, all'eremo, seppur con pochi, pochissimi mezzi, abbiamo fatto i nostri addobbi, perchè la luce ci scuota, ci ricordi la Luce di Dio, ci allontani dal freddo e dal buio che caratterizzano l'inferno, la lontananza dal Signore.
Cerchiamo proprio questo, fratelli.
In questi giorni rileggiamo in parallelo le profezie di Isaia con il Vangelo di Luca, con i capitoli che narrano l'Annunciazione, la nascita del Precursore, la nascita del nostro Unico Signore, la visita dei Pastori, il canto degli Angeli... questa giovane, inesperta, santa e timorata famiglia, visitata da qualcosa di enormemente più grande della sua umanità.
Ecco i sentimenti di questi nove giorni. E come sempre, facciamo un po' di silenzio, perchè tra tutte le vicende del mondo, che di chiasso ne producono tanto, possiamo far emergere anche la voce di Dio.
Ha qualcosa da dirci. Se ci crediamo, mettiamoci in Suo ascolto e non viviamo come se Lui fosse solo una "bella idea", un "principio morale", una "pia tradizione". Questo non è il Dio di Gesù Cristo. Questo non è Dio. Tutto questo sarebbe freddo e buio come l'inferno.
Facciamo nostro il calore e la luminosità del Paradiso!
A lode di Cristo!
Per contattare il curatore del blog, scrivere a: clausura@hotmail.it