Sono rimasto profondamente colpito dalla mail di un lettore del blog, profondamente sollecitato da una chiara vocazione alla vita religiosa da tanto tempo, provata e riprovata con tante esperienze e prove della vita, ma che non riesce a dire la verità ad alcune persone che stanno accanto a lui e che vivono con lui un rapporto di vita, che ormai è divenuto teso e parziale, in quanto la sua umanità si trova compressa tra la bellezza di un desiderio/chiamata da realizzare e la realtà della mancanza di coraggio.
A questo ragazzo voglio dire che il Signore ci chiama alla chiarezza, al parlare senza equivoci, perchè ciò che facciamo in più non è assolutamente opera nostra.
A lui voglio dire di imprimere dentro di sè il volto di Gesù Misericordioso, Pastore Grande del suo gregge. Quel volto e il Suo Santo Nome gli daranno la forza di alzarsi e di tornare ad una posizione consona con quello che dentro sente. Non è importante autoconsolarsi continuamente, dicendo che "domani sarà un altro giorno", perchè questa falsità è opera del demonio, che tende a farci proseguire nell'inerzia le nostre giornate, affinchè non costruiamo niente, niente operiamo, niente gustiamo della bellezza del nostro "si" al Signore.
Fai come nella Parabola del Padre Buono: "Mi alzerò e tornerò da mio padre". Torna anche tu alla sorgente della tua chiamata e vivi la bellezza di questo DONO, anche se nella difficoltà iniziale del distacco e della scelta coraggiosa.
Il tuo cuore non ti appartiene più: è di Gesù, che lo vuole per renderlo perennemente giovane, entusiasta, per cullarlo tra le Sue Sante Mani.
Prego e preghiamo tutti per te.
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