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sabato 13 agosto 2011

Entra e chiudi la porta

Anche oggi, fratelli e sorelle, voglio invitarvi a incontrare Dio Padre, Dio Figlio e Dio Spirito Santo nel silenzio del vostro cuore e a farvi tutti un po' eremiti, anche nel frastuono della vita quotidiana.
Lo voglio fare lasciandomi ispirare da un brano del Vangelo e precisamente dal quinto capitolo di Matteo, quando Gesù indica il "programma" del Regno di Dio. Un programma sconvolgente per la mentalità di allora, ancora di più per quella di oggi, abituata a ben altri programmi, annunci, promesse...
Andando un poco oltre, al sesto capitolo, Gesù ci dice che "...per adorare, non è necessario un lungo discorso, nè un luogo privilegiato e pubblico; basta entrare nella stanza interiore, chiudere bene le porte, incontrarsi con il Padre che sta in ciò che è più segreto e restarsene con Lui" (I.L.).
Quanto è difficile, carissimi, chiudere le porte del cuore, che non sono di legno, non sono palpabili e  che risultano essere molto sensibili ai richiami seducenti del mondo, delle nostre pulsioni, degli istinti più reconditi del nostro essere terrestri!
La cosiddetta "stanza interiore" non è un luogo fisico, ma allo stesso tempo entrare e rimanere in essa richiede uno sforzo fisico. Si entra dopo aver fatto quiete, dopo aver creato il Silenzio, l'ottimale Solitudine. Dice Larranaga: "perchè appaia Dio, perchè la sua presenza nella fede si faccia densa e consistente, è necessaria un'attenzione aperta, purificata da tutte le aderenze circostanti. Quanto più tacciono le creature e le immagini, quanto più spopolata è l'anima, tanto più puro e profondo sarà l'incontro."
Ci costa caro essere meno aderenti alle cose del mondo. Ci costa caro "staccare" questi lati adesivi alle cose, anche per poco tempo: non si vive più senza il telefono accanto, senza la radio accesa in auto, senza la tv mentre facciamo i lavori di casa. Il silenzio ci opprime, perchè lo viviamo male, con tristezza. Ci è difficile non spostare lo sguardo da una cosa all'altra e tenerlo fisso al centro del nostro essere, anche in modo fisico.
E' un cammino graduale, ma costante da fare. Un cammino in progressione, ogni giorno sempre di più. Non si impara in un istante ad essere "eremiti" anche nella vita quotidiana. Ci vuole costanza.
Ricordiamoci sempre le parole di Gesù, dalle quali tutto prende il via: "Quando pregate, non siate come gli ipocriti; poiché essi amano pregare stando in piedi nelle sinagoghe e agli angoli delle piazze per essere visti dagli uomini. Io vi dico in verità che questo è il premio che ne hanno. Ma tu, quando preghi, entra nella tua cameretta e, chiusa la porta, rivolgi la preghiera al Padre tuo che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, te ne darà la ricompensa. " (Mt 6)
A lode di Cristo!

Per contattare il curatore del blog, scrivere a: clausura@hotmail.it