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martedì 23 agosto 2011

Ti fidi veramente di Lui?

Sono stato per un po' di giorni in un grande monastero, dove si osserva con devozione e rigore la Regola, e dove la preghiera è il pilastro di tutto.
Durante l'estate ci sono sempre diversi giovani che vanno a fare ritiri, momenti d'esperienza finalizzati a verificare se quella può essere la loro vita, se il Signore li chiama a seguirli in modo più radicale, ancorati al Vangelo e alla ricerca di Dio.
In particolare mi ha colpito un giovane, non più tanto giovane, un 39 enne, da sempre affascinato dal monachesimo, che ha rincorso questo ideale pur non potendo/sapendosi staccare dalla sua complessa vita nel mondo. Un po' per non aver avuto il coraggio di contraddire la famiglia, che non voleva assolutamente; un po' per la paura di lasciare le certezze, i legami, gli impegni che di volta in volta gli venivano richiesti (si tratta di una persona di grandi capacità). Aveva rimandato molte volte un suo soggiorno in monastero, creando un tira e molla che anche alla comunità era veramente dispiaciuto; tanto che il maestro dei novizi gli scrisse dicendogli che era meglio non farne niente, perchè aveva dimostrato di non avere la forza necessaria.
Queste parole sono state la "chiave di volta di tutto". Destatosi da un sonno della volontà e dell'anima che proseguiva da troppo tempo, ha preso carta e penna, ha riscritto al Maestro dei novizi, esprimendo il suo dolore, ma anche le sue profonde motivazioni e mettendosi fin da subito a disposizione per un percorso verso la vita monastica.
Mi ha raccontato che da quel momento gli è nata dentro una forza enorme: è il Signore  che finalmente ha lo spazio necessario nel suo cuore. Mi ha anche fatto una battuta: "Alla fine, se mi trovo bene come in questi giorni, a casa non ci torno nemmeno e inizio subito"! Anche se non è possibile fare così, questa espressione denota l'innamoramento di questo ragazzo, chiamato sicuramente a seguire il Signore in modo totale.
Quindi, nessuno si scoraggi, si sconforti. Le prove della vita a volte sono un grande fermento e anche un modo per togliere di mezzo tutti gli orpelli che ci legano a quanto non fa parte di noi.
A tutti coloro che stanno verificando, analizzando, pensando (a volte anche troppo) dico che il coraggio di fidarsi di Gesù è una delle più grandi virtù, mentre l'indugiare troppo può trasformarsi in un grande peccato di vanità, orgoglio e finta umilità. Quando il Signore chiama, CHI CREDE E SI FIDA DI LUI VERAMENTE, risponde e "lascia che i morti seppelliscano i loro morti".
A lode di Cristo.
Per contattare il curatore del blog, scrivere a: clausura@hotmail.it