Nella terza parte de "L'imitazione di Cristo" si leggono queste consolanti parole, sul fatto che Cristo "parla interiormente all'anima fedele". Ed è l'esperienza non soltanto di un monaco, che ha tradotto in parole la sua esperienza di preghiera e di contemplazione; è anche l'esperienza della Scrittura, che ci esorta a cercare Dio non soltanto nei grandi fatti, nei segni sconvolgenti, nella grandezza di un palesarsi pubblico...
Soprattutto cercare Dio nella stanza più recondita della nostra interiorità, dove l'incontro è riservato ai due, in un clima di profondo Amore, libertà, mitezza, giustizia.
Si, o dolce Maestro; fai che nel mio silenzio e nella solitudine dell'eremo, possa sentire il desiderio di creare una cella ancora più nascosta da tutto, dove il fragore falso del mondo non arriva. Dove non voglio che arrivi, perchè desidero ascoltare solo la tua voce. Il mondo, con le sue opache promesse, non è un termine di paragone, non posso paragonare te e ciò che la vita di quaggiù vorrebbe offrirmi in cambio.
Allora si, con il salmista esclamo che la mia anima brama gli atri della tua casa. Una casa non di pietre e mattoni; una casa fatta di reciproca passione, mia e tua, per un incontro che desidero vivere per sempre!
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