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venerdì 20 maggio 2011

Il poema di Dio nella preghiera liturgica

Per chi si incammina nell'itinerario della contemplazione, la vita non può che essere bella, perchè essa è il poema che Dio ha scritto sulle pagine della storia (tempo) e del mondo (spazio): due dimensioni che devono essere ricomprese con un ordine nuovo nalla nostra avventura di adoratori del vero Signore.
La creazione è preghiera, canto, liturgia; anche la liturgia delle nostre comunità deve richiamarsi a questa bellezza primigenia, che dà il tono giusto al vero canto di lode e di adesione al Dio Creatore.
Infatti la vera "bella liturgia", non è la suntuosità del rito, la sua grandezza o la sua impeccabile "esecuzione", ma - come dice qualche autore - è un avvolgersi di quel nostro momento alla stessa realtà di Dio: l'anima  e il suo Signore si incontrano, attraverso Gesù, per essere una cosa sola. Il tutto veicolato da mezzi che possono essere molto utili, se ben usati, se ben disciplinati, se diversificati da momento in momento (addobbi, colori, musica, movimenti, parole...).
Conoscere la liturgia, saper modulare il suo svolgersi e il suo "volgere" verso il mistero di Dio è segno di grande amore e di grande passione nei confronti di Colui che ci chiama a diventare "preghiera vivente". Diversamente, saremo solo spettatori distratti, magari apatici e inconsapevoli della grandezza di ciò che celebriamo. E se soltanto intuissimo il valore dell'Eucarestia e quello della Liturgia in generale, non vorremmo mai più uscire dalle nostre chiese, costringendo i nostri sacerdoti a farsi pontefici incessanti della nostra sete di Grazia, verso il Dio Buono e Santo.


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