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giovedì 9 giugno 2011

In te confido. In te

Tu che abiti al riparo dell'Altissimo *
e dimori all'ombra dell'Onnipotente,
di' al Signore: « Mio rifugio e mia fortezza, *
mio Dio, in cui confido ». (Salmo 90)

Anche qui all'eremo ci stiamo preparando alla Solennità della Pentecoste, invocando sul mondo intero una rinnovata discesa dello Spirito Paraclito, che apra alla Sapienza, che rinvigorisca la Fortezza, che incrementi la Pietà, che illumini con la sua Scienza... che ispiri un nuovo e santo timor di Dio.
La vita dell'eremita è proprio quella di abitare al riparo dell'Altissimo, dimorare all'ombra dell'Onnipotente, vivendo secondo quanto la Provvidenza stabilisce e reca in dono, facendo sgorgare dal cuore un canto nuovo: "Mio rifugio e mia fortezza, mio Dio, in cui confido".
Quando l'eremita ha fatto sua questa gioia e l'ha incarnata come realtà della propria vita, allora si, può essere uno strumento tutto nelle mani di Dio, per i Suoi disegni, per i Suoi scopi.
Nella Novena di Pentecoste chiediamo proprio questo: che ciascuno diventi un cantore della vera fortezza, della vera fiducia, del vero riparo. E ricordiamo sempre, fratelli e sorelle amati dal Signore, che non c'è altro nome sotto il cielo nel quale è scritto che possiamo essere SALVATI, se non quello di Gesù Cristo, Verbo di Dio.
L'eremita sceglie il silenzio, la solitudine, l'anonimato proprio per far risuonare questo canto, perchè il mondo, spesso gelido e rigido, sia allietato dalla speranza e dall'attesa di Gesù.
Il monaco lavora a questo scopo: armonizzare nella propria vita ciò che il mondo separa; illuminare ciò che il negativo rende tenebroso; irrigare ciò che l'egoismo di una vita "troppo nostra" inaridisce.
Per questo, avvicinandoci alla Pentecoste, voglio pregare dall'eremo perchè il Signore ispiri a tanti uomini e donne il desiderio di seguirlo da vicino, in un'offerta totale di se.
Per fare questo, caro fratello, cara sorella, non ti è richiesto di essere "qualcuno": Gesù Buono ti chiede di essere così come sei. "Ti amo come sei", non per quello che vorresti apparire. Gesù non ti chiede di diventare un eroe, un perfetto, un puro o addirittura un nuovo fariseo. Non sia mai!
Ti chiede di FIDARTI di Lui e di lasciarti andare.
Se hai nel cuore questo grido di gioia, non dispiacere al Signore Buono girando il viso dall'altra parte.
Intanto inizia ad intessere un intenso colloquio con lui.
Nel Silenzio, nella Preghiera, nella Solitudine.


Per contattare il curatore del blog, scrivere a: clausura@hotmail.it