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mercoledì 8 giugno 2011

Vite offerte per TUTTI

Molti lettori del blog, che seguono con carità e affetto le riflessioni proposte quasi ogni giorno, mi chiedono preghiere, perchè hanno intuito che la vita del monaco eremita è un dono fatto dal Signore a tutti.
Il Signore chiama alcuni a seguirlo in modo particolarmente vicino e contestualmente chiede di non trattenere niente per sè, di spogliarsi di tutto, per riempirsi di Lui e per essere corde che vibrano in modo armonico quando la mano di Dio le fa muovere.
Colui che si dona non si appartiene più; la cura che ha di sè è finalizzata a tenere sempre pronto e vigilante uno strumento nelle mani di Gesù buono. La preghiera, la veglia notturna, l'atteggiamento orante è l'attesa continua del Signore che viene: viene ad incontrare nella preghiera le tensioni umane, le aspirazioni, i desideri, i dolori inespressi, così come le gioie che fanno brillare gli occhi.
Viene ad incontrare il vuoto che spesso si crea nel mondo ad opera del maligno e che si trasforma repentinamente in illusione di completezza, appagamento, felicità, nascondendo una tragica inconsistenza...
Il monaco eremita, il sacerdote, il religioso, il consacrato non trattengono niente per sè perchè essi si fanno strumenti d'intercessione, preghiera costante e vivente soprattutto per chi non prega mai o per chi prega col cuore affranto e ha bisogno di essere sostenuto nella battaglia quotidiana con il dolore e la disperazione.
Per tutti prega il monaco, il consacrato, il sacerdote. E per questo dobbiamo pregare il Padre perchè ci mandi SANTI SACERDOTI, MONACI, RELIGIOSI, CONSACRATI. Santi. Santi. Santi. Caratterizzati dall'atteggiamento inconfondibile della preghiera, della penitenza, dello sguardo umile. Non dalla voglia di essere "leader", organizzatori di eventi... di questi ce ne sono già troppi.
C'è bisogno di uomini e donne donati al Signore che ci parlino e ci facciano conoscere la Divina Misericordia, il Paradiso, la RESURREZIONE DELLA CARNE, IL RITORNO DEL SIGNORE; così come la realtà del purgatorio e dell'inferno, la gravità del peccato mortale, dell'impenintenza e della mancanza di umiltà.
Uomini e donne che ci facciano amare l'Eucarestia, la liturgia celebrata con gravità e devozione somma.
Del resto, se noi comprendessimo pienamente quel che accade sull'altare quando celebriamo la S. Messa, non vorremmo più uscire dalle nostre chiese e se uscissimo, salteremo dalla gioia. Invece, troppo spesso, il sentimento è quello dell'apatia, dell'indifferenza.
Preghiamo uniti, certi che il Padre ascolterà sempre la nostra preghiera di figli, perchè tali siamo.

Per contattare il curatore del blog, scrivere a: clausura@hotmail.it